Gentile
Dottore,
la chiusura del corso di laurea in Tecniche grafologiche non mi sorprende.
In linea di principio lo ritengo l'ennesimo errore governativo, dopo la
chiusura delle scuole di specializzazione post-laurea in criminologia
clinica nelle facoltà di Medicina.
C'è da rilevare, però, una differenza: mentre le scuole di criminologia
clinica in Italia erano gestite dai padri della criminologia italiana e
rappresentavano un grande patrimonio scientifico, la laurea in Tecniche
grafologiche, ahimé!, era qualcosa di utile, ma non era all'avanguardia né
nella Tecnica (ed in quanto Tecnica, era anche lontana dal sapere
scientifico) né, ancor meno, nel campo investigativo e metodologico.
Tuttavia, il poco è meglio del niente, evidentemente. Era quindi utile,
perché la grafologia giudiziaria (non mi preoccupano gli altri due
indirizzi, che ritengo epistemologicamente di scarso o nullo interesse
scientifico) nei tribunali è Terra di Nessuno.
Ti ritrovi periti e consulenti tecnici con la sola quinta elementare (non
dico Terza Media, ma quinta elementare!) che da ex-casalinghe s'iscrivono al
Ruolo della CCIAA (scambiato per un Albo) e s'improvvisano esperti e persino
"scienziati" in Grafopatologie, Grafoscrittura, Grafonomia, Psicologia della
scrittura e chi più ne ha più ne metta.
Questi periti "scienziati" sono poi molto amati da taluni avvocati
lungimiranti e lavorano a pieno ritmo ed a ogni stagione, tra fideiussioni,
contratti, testamenti, assegni e quant'altro disconosciuto o contestato in
Giudizio.
C'è un sottobosco italiota di associazioni altisonanti e di pseudo scuole e
università prive di riconoscimento giuridico, che tuttavia "sfornano" periti
e consulenti come panini; questi periti agiscono in una nicchia dove nessuno
(avvocati e giudici) ci capisce nulla e pochi sono interessati
(evidentemente) a capirci qualcosa. Loro possono dire tutto e il contrario
di tutto, a seconda delle attese del committente che gli commissiona
l'incarico. Usano una logica peritale di tipo avvocatesco, ma non secondo
scienza e coscienza.
I danni che questi "esperti" fanno sono incalcolabili per l'uomo della
strada, che invece vorrebbe giustizia. In qualche modo questa laurea credo
che poteva rappresentare un freno, nonostante i suoi limiti e qualche
difetto, come suddetto; tuttavia, era utile, grazie anche a taluni
insegnanti che appaiono appassionati della materia e bravi.
Che dire? Certamente non è una perdita scientifica, perché i "Piani di
studio" e l'accesso all'insegnamento non garantivano ciò, ma nel campo della
Tecnica, in ambito giudiziario, era molto più affidabile un diplomato
universitario, che una casalinga "laureata" all'università riconosciuta dal
"condominio" (leggi, pseduouniversità o sedicente scuola) italiano... o
francese.
Cordialità e grazie.
Prof. Saverio Fortunato
Specialista in Criminologia clinica, Direttore di Criminologia.it,
Vicepresidente Collegio Periti Consulenti (Organo riconosciuto
giuridicamente dal Ministero di Grazia e Giustizia) |