La Grafologia Medica usa, più o meno impropriamente, termini della medicina
e delle scienze criminali, nel tentativo vago in senso vago di rapportarli
alla grafologia.
Prendo in analisi, a caso, due articoli: uno, Comportamenti criminali e
grafologia, di Alberto Bravo
(pp. 21 e ss.); l’altro, Scrittura vergata a letto di Vincenzo
Tarantino
(pp.7 e ss.).
Alberto Bravo (p. 23), scrive: «La
grafologia può aiutare a capire quali comportamenti può mettere in atto il
soggetto sulla base della sua struttura biochimica.
Sappiamo che le predisposizioni temperamento entrando in contatto con
l’ambiente danno concretizzazione al carattere e, con l’intervento
dell’intelligenza, si determina il comportamento che rappresenta
l’abitualità espressiva del soggetto.
La Grafologia, leggendo ed interpretando questi passaggi, può contribuire
allo studio e alla comprensione del comportamento deviante.
La grafologia può, quindi, arrivare a capire, con la valutazione diretta dei
singoli segni, ma soprattutto con il gioco della combinazione dei segni, se
le tendenze del soggetto, con la loro interazione, possano dare come
risultante un comportamento in qualche modo di natura criminale.
La grafologia può rilevare dalla struttura temperamentale quali sono le
potenzialità in fermento nel soggetto e come le stesse potenzialità
potrebbero eventualmente attivare, su sollecitazione dell’ambiente, forme di
comportamento deviante».
In questo passo Alberto Bravo confonde (tra altre vaghezze che ho richiamato
sotto nelle note), devianza e criminalità: posto che non tutti
i comportamenti devianti sono criminali e non tutti i comportamenti
criminali sono devianti.
Inoltre, a ben vedere, nemmeno la descrizione e l’origine della devianza ha
senso, posto che oggi nello studio della devianza, dopo la teoria
criminologica dell’etichettamento è cambiato il paradigma: l’attenzione
va posta non sul soggetto etichettato come “deviante”, ma su chi mette
l’etichetta. Afferma Becker:
Il comportamento deviante “dipende da chi mette l’etichetta di deviante”;
ancora: “La devianza sta nello sguardo di chi osserva”; oppure, la
“devianza è causata dalla norma, senza norma non ci sarebbero devianti”.
Ora, chiarito l’uso improprio dei termini di devianza e crimine,
davvero è possibile capire (cito testualmente Bravo) “con il gioco
della combinazione dei segni, se le tendenze del soggetto, con la loro
interazione, possano dare come risultante un comportamento in qualche modo
di natura criminale?”.
In questa affermazione vi è un insieme di concetti indimostrabili (dati
invece per dimostrati): esercitare “il gioco delle combinazioni”
(come dice Bravo) dei segni della scrittura è un’impresa del tutto
soggettiva e arbitraria, non è come accade nella tavola pitagorica (delle
tabelline). In essa, 2x3=6 perché facendo la verifica 3x2 il risultano non
cambia, è sempre = 6! Nel “gioco delle combinazioni” dei segni della
scrittura, non c’è alcun rigore né logico né di metodo perché attribuire a
un significante un significato è un’operazione del tutto
soggettiva e diventa arbitraria quando la si spiega attraverso l’uso del
linguaggio, che per sua natura non è mai neutro. Inoltre, non è possibile
eseguire alcuna verifica del procedimento. Un perito tenderà a dire, per
esempio, che il segno x è artritico; l’altro, invece, sullo stesso segno x,
dirà che è tremolante perché il supporto dove ha scritto era
traballante; ma non c’è alcuna verifica di queste affermazioni, che
rimangono astratte, vaghe, buttate in perizia come si fa con i dadi lanciati
sul tavolo, quello che esce, esce.
Il secondo articolo (ma ci sarebbe l’imbarazzo della scelta sulla rivista
Grafologia Medica) s’intitola: “La scrittura vergata a letto”.
Scrive Vincenzo Tarantino: «Chi scrive a letto è privo dell’appoggio
fisiologico dell’avambraccio, ha per appoggio solo quello della mano su un
libro o altro che funge di base precaria; che di solito poggia sulle
ginocchia».
E fin qui ci siamo.
Poi, prosegue: «La posizione incomoda, l’instabilità della mano, una base
precaria, lo stento e la fatica dell’esecuzione producono un grafismo molto
disorganizzato, non allineato, caratterizzato da frequenti sovrapposizioni e
oscillazioni». Poi pubblica un esempio di scrittura -a suo dire- allettata.
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